programma degli atelier

— ateliers program

IMG_0552.JPG

quale sarà il microcosmo dell'uomo contemporaneo? what will be the microcosm of contemporary man?

atelier

 

Embaixada

— vivere

José M. Rodrigues.jpg

“In the beginning was the verb”

John 1:1 - The New Testament

A differenza della “stanza per un uomo” di Franco Albini, lo studio nascerà da una ricerca incentrata sulla definizione dello spazio, più che sulla definizione degli oggetti. Spazio come funzione; determinato dal suo potenziale stereotomico (continuità che forma lo spazio) e tettonico (elementi che formano lo spazio), e dai suoi valori di scala, proporzione, configurazione, peso, materialità, luce, suono e temperatura. Al di là di un lessico preciso e definito di "dispositivi" di arredo - un Letto, una Doccia, un Tavolo, una Cucina, una doccia... - lo studio mira a speculare sui "dispositivi" spaziali come mezzo per impegnarsi nelle nostre attuali e impegnative attività domestiche - dormire, mangiare, insegnare, imparare, incontrare, giocare, cucinare, lavare, lavorare, raccogliere, cioè tutte le azioni dell'abitare. Senza progettare un solo mobile, lo studio chiede lo sviluppo di una creatività corporea ed emotiva, come conseguenza materiale di una problematica e quindi di un'idea. Riflettendo sul valore dello spazio abitato e sul rapporto tra corpo, attività e spazio, lo studio si propone di individuare un lessico spaziale attraverso la creazione di ambienti idonei alle attività umane.

— to live

In contrast to Franco Albini’s “room for a man”, the studio will arise from a research focused on the definition of space, rather than on the definition of objects. Space as a function; determined by its stereotomic (space-forming continuity) and tectonic (space-forming elements) potential, and by its values of scale, proportion, configuration, weight, materiality, light, sound and temperature. Beyond a precise and defined lexicon of furniture “devices” – a Bed, a Shower, a Table, a Kitchen, a shower…– the studio aims to speculate about spatial “devices” as a means to engage our current and challenging domestic activities - sleep, eat, teach, learn, meet, play, cook, wash, work, gather, i.e., all actions of inhabiting. Without designing, one single piece of furniture, the studio calls for the development of a corporeal and emotional creativity, as the material consequence of a problematic and therefore an idea. By reflecting on the value of the inhabited space and on the relationship between body, activity and space, the studio aims to identify a spatial lexicon through the creation of fit environments for human activities.

Apml

— microcosmo vs microcosmi

microvsmicro.png

In stanza per un uomo, Franco Albini, immagina le dinamiche e le abitudini del vivere di un uomo, quello degli anni ‘30, che poteva essere facilmente definibile e classificabile, e su questi fondamenti egli progetta gli strumenti della sua quotidianità. Oggi, nella società fluida dove, citando Bauman, “la convinzione che il cambiamento è l'unica cosa permanente e che l'incertezza è l'unica certezza” sarebbe possibile replicare il processo creativo di Albini o è necessario scardinarlo nei suoi principi? 

A quasi 100 anni di distanza l’’Atelier è l’occasione in cui soffermarsi a riflettere su quanto oggi la definizione del contenuto sia necessaria per dare forma al contenitore e su quanto la singolarità dell’individuo possa essere messa in discussione per trasformarsi in qualsiasi momento e diventare parte di un macrocosmo.

Rifletteremo sul significato di: Privacy, Condivisione, Socialità, Flessibilità, Tecnologia, Comfort, Percezione, Materia, Protezione, Materia, Rumore, Suono. 

— 

— microcosm vs microcosms

In his "Stanza per un uomo" Franco Albini imagined the dynamics and the routines of a 1930's man's life, a man who could be easily categorized and labeled. On these bases he designed the tools of everyday life.

 Should it be possible to adopt Albini's creative process nowadays, in our fluid society where, quoting Bauman, there is "the growing conviction that change is the only permanence, and uncertainty the only certainty" or is it necessary to dismantle it? 

Almost a century later, Atelier gives us the opportunity to reflect on the necessity of defining the content to define the container, and to what extent it is possible to question the individuals' singularity for them to change at any time and become part of a macrocosm.

We are going to ponder the meaning of : Privacy, Sharing, Sociality, Flexibility, Technology, Comfort, Perception, Matter, Protection, Noise, Sound.

PulsVerbund

— il terzo educatore

210618_PULS_immagine_LO.jpg

Lo spazio come terzo educatore” è un'immagine molto suggestiva che ci viene proposta da Loris Malaguzzi, celebre pedagogista dal cui pensiero nasce la filosofia educativa “Reggio Approach”. Lo spazio qui viene riconosciuto come dispositivo pedagogico che supporta il bambino nel proprio processo di apprendimento, aiutandolo a dar voce ai suoi "cento linguaggi" come se fosse un interlocutore attivo. La progettazione dello spazio quindi e le sue sempre nuove interpretazioni sono parte centrale di un progetto educativo. A partire da questa visione e alla luce dei forti cambiamenti e stimoli portati da un evento eccezionale come la pandemia, che ha portato anche ad una dematerializzazione della scuola in quanto edificio, si apre un interessante dibattito. Che caratteristiche deve avere lo spazio per svolgere in modo attuale un ruolo educativo? Ha senso parlare di scuola come di edificio monofunzionale? Quali spazi sono chiamati ad assolvere questa funzione? In una società in rapido e costante cambiamento, in cui il long life learning è divenuta una necessità, i confini temporali e fisici degli spazi scolastici sono sempre meno definiti. I processi educativi escono dalla scuola e si mescolano interessando in modo sempre più esplicito la progettazione dello spazio pubblico e privato nel suo insieme.

— the third educator

“Space comes as a third educator” is a very suggestive image that is proposed by Loris Malaguzzi, a famous pedagogue from whose thought the “Reggio Approach” educational philosophy was born. The space that arises from here as a pedagogical device that supports the child in the apprenticeship process, helping him to give voice to his "language center" as an active interlocutor. The design of the space that always has a new interpretation is the central part of an educational project. From this vision and there we can see the strong changing and stimulating effects of an exceptional event like the pandemic, which has operated a dematerialization of the school in every building, if there is an interesting debate. What characteristic should the space have to play an educational role in the current way? Have you heard of the school as a single-purpose building? Which spaces are called to perform this function? In a society in rapid and constant change, in a long learning process of life, it has a necessity, and a temporal and physical confinement of school spaces are less and less defined. The educational processes hide the school and if I am always interested in public and private space design of public and private space.

UVAA+Catto

— Infinito

Erba.jpg

Partendo dal concetto di stanza quale specchio delle relazione tra microcosmo e macrocosmo, l’Atelier muove dal concetto di unità di spazio, entro il quale l’interazione tra figure costruisce un palinsesto di relazioni dinamiche, e dove convivono i concetti di pubblico/privato - uomo/natura – singolare/plurale – finito/infinito.

Una semplice seduta, un osservatore, un contesto nel quale inserirli, possono già disporre quelle dinamiche ed interazioni spaziali tra singolare e plurale, tra uomo e mondo.

L’attività prevede cinque momenti, distribuiti in cinque giornate di lavoro: approssimazione, composizione, verifica, realizzazione, presentazione.

L‘Atelier prevede la progettazione alla scala di dettaglio 1:20, 1:10, 1:1.

— Infinity

Starting from the concept of the room as a mirror of the relationship between microcosm and macrocosm, the Atelier starts from the concept of unity of space, within which the interaction between figures builds a schedule of dynamic relationships, and where the concepts of public / private coexist - man / nature - singular / plural - finite / infinite.

A simple bench, an observer, a context in which to place them, can already arrange those dynamics and spatial interactions between singular and plural, between man and world.

The activity involves five moments, distributed over five days of work: approximation, composition, verification, implementation, presentation.

The Atelier envisages the design at the 1:20, 1:10, 1: 1 detailed scale.

 

programma degli atelier

— ateliers program